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SISTRI


SISTRI

A fine 2009 arriva, inaspettato, il decreto del ministero dell’Ambiente che stabilisce l’entrata in vigore, il primo luglio 2010, del sistema informatico Sistri per il controllo della tracciabilità dei rifiuti. Il ministero la considera una passeggiata, una semplice trasposizione per i vari operatori dal metodo cartaceo a quello telematico. Invece sarà una Caporetto. Una “disfatta” che ancora non ha trovato una fine. Se ne riparlerà nel 2011. Infatti, arriva un primo rinvio dell’entrata in funzione del sistema al 1° ottobre perché in parte ci sono problemi tecnici con le schede sim, in parte gli autotrasportatori che devonomontare sui mezzi gli strumenti necessari (le scatole black box e le chiavette usb) sono in grave ritardo per diversi e svariati motivi. Inoltre, il sistema, misteriosamente coperto dal segreto di Stato, non “interloquisce” con quelli delle aziende, in particolare con quelle grandi che hanno sistemi collaudati ed avanzati. La preparazione è un disastro, improntata all’improvvisazione e alla superficialità. Segue così un altro rinvio, al 31 dicembre. Intanto, tutta la vicenda inizia a interessare anche la magistratura. S’indaga su come sono stati fatti gli appalti (problema che deve esaminare anche il Tar del Lazio, sollecitato da un ricorso avanzato da compagnie di software che considerano la procedura d’affidamento adottata contraria a tutte le regole) e su come sono stati spesi i soldi. Si parla di fondi neri. Sul piano operativo le cose non migliorano molto: i ritardi permangono, non si trova un “punto d’incontro” tra gli autotrasportatori e le officine incaricate di effettuare il montaggio degli strumenti. Il ministro Prestigiacomo però insiste, toglie il segreto di Stato sul sistema e parla di gravi sanzioni per chi sarà in ritardo.

Ma deve capitolare: pochi giorni prima della fine dell’anno, annuncia l’ennesimo rinvio di cinque mesi. La Caporetto continua.

Fonte: Corriere dei Trasporti

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